Fresco di rinnovo e protagonista di un finale di stagione da titolare, Christos Mandas si racconta con lucidità e ambizione. Il portiere della Lazio, classe 2001, ha parlato ai microfoni del Tempo del presente biancoceleste, del rapporto con Provedel e delle sirene di mercato che arrivano da club prestigiosi.
Una su tutte: il Manchester City. La chiamata dei campioni d’Inghilterra ha fatto rumore, ma Mandas non si è fatto distrarre. “Giocare in una squadra come la Lazio, dove c’è fiducia e un progetto, ha un peso”. Il greco sa che il percorso è appena cominciato, ma non vuole bruciare tappe.
Un altro passaggio chiave riguarda il confronto tra Sarri e Baroni, due allenatori molto diversi nella gestione della costruzione dal basso. E tra i pali, il rapporto con Ivan Provedel è stato fondamentale per l’adattamento in Serie A.
Mandas è cresciuto in silenzio, con il lavoro quotidiano e lo studio dei grandi. Il prototipo di portiere moderno, che sa difendere ma anche pensare. E che, soprattutto, riconosce il valore di chi lo sostiene.
Sulla chiamata del Manchester City: “È sempre bello ricevere certi apprezzamenti, è normale. Se si presenta l’occasione della vita, è giusto riflettere, ma oggi non sono più in una realtà minore: anche se dovesse chiamare un grande club, il mio primo pensiero non sarebbe andarmene. Valuterei tutto con attenzione, sapendo che qui sto bene, che c’è fiducia in me e un progetto concreto, come dimostra anche il rinnovo del mio contratto.”
Le differenze tra Sarri e Baroni ci sono: “Sarri insisteva molto sul gioco corto, anche quando gli avversari ci pressavano alti. Con Baroni invece cerchiamo più spesso la giocata lunga sull’attaccante, ma in entrambi i casi la costruzione dal basso, e quindi il ruolo del portiere in fase di impostazione, resta fondamentale.”
Sul rapporto con Provedel: “Ho un ottimo rapporto, ma il merito della mia crescita va ai preparatori e a Baroni”.
Infine, sui tifosi: “Sono stati straordinari. Ci hanno sempre sostenuto, soprattutto nei momenti più difficili. Invece di criticarci, ci hanno incoraggiato con applausi. Alcuni sono arrivati fino in Norvegia, pur sapendo di non poter entrare allo stadio. Non smetteremo mai di ringraziarli per il calore e la vicinanza che ci hanno dimostrato”.
di Napoli Magazine
23/05/2025 - 12:52
Fresco di rinnovo e protagonista di un finale di stagione da titolare, Christos Mandas si racconta con lucidità e ambizione. Il portiere della Lazio, classe 2001, ha parlato ai microfoni del Tempo del presente biancoceleste, del rapporto con Provedel e delle sirene di mercato che arrivano da club prestigiosi.
Una su tutte: il Manchester City. La chiamata dei campioni d’Inghilterra ha fatto rumore, ma Mandas non si è fatto distrarre. “Giocare in una squadra come la Lazio, dove c’è fiducia e un progetto, ha un peso”. Il greco sa che il percorso è appena cominciato, ma non vuole bruciare tappe.
Un altro passaggio chiave riguarda il confronto tra Sarri e Baroni, due allenatori molto diversi nella gestione della costruzione dal basso. E tra i pali, il rapporto con Ivan Provedel è stato fondamentale per l’adattamento in Serie A.
Mandas è cresciuto in silenzio, con il lavoro quotidiano e lo studio dei grandi. Il prototipo di portiere moderno, che sa difendere ma anche pensare. E che, soprattutto, riconosce il valore di chi lo sostiene.
Sulla chiamata del Manchester City: “È sempre bello ricevere certi apprezzamenti, è normale. Se si presenta l’occasione della vita, è giusto riflettere, ma oggi non sono più in una realtà minore: anche se dovesse chiamare un grande club, il mio primo pensiero non sarebbe andarmene. Valuterei tutto con attenzione, sapendo che qui sto bene, che c’è fiducia in me e un progetto concreto, come dimostra anche il rinnovo del mio contratto.”
Le differenze tra Sarri e Baroni ci sono: “Sarri insisteva molto sul gioco corto, anche quando gli avversari ci pressavano alti. Con Baroni invece cerchiamo più spesso la giocata lunga sull’attaccante, ma in entrambi i casi la costruzione dal basso, e quindi il ruolo del portiere in fase di impostazione, resta fondamentale.”
Sul rapporto con Provedel: “Ho un ottimo rapporto, ma il merito della mia crescita va ai preparatori e a Baroni”.
Infine, sui tifosi: “Sono stati straordinari. Ci hanno sempre sostenuto, soprattutto nei momenti più difficili. Invece di criticarci, ci hanno incoraggiato con applausi. Alcuni sono arrivati fino in Norvegia, pur sapendo di non poter entrare allo stadio. Non smetteremo mai di ringraziarli per il calore e la vicinanza che ci hanno dimostrato”.