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CICLISMO - Giro d'Italia, la storia della bicicletta al Museo Nicolis di Villafranca
16.05.2022 12:48 di Napoli Magazine

La partenza, da Budapest, è stata nel segno della globalizzazione, ma l’arrivo sarà tutto italiano, nella città più romantica del nostro Paese.

 

Per gli appassionati delle due ruote e per tutti coloro che il 29 maggio festeggeranno il Giro d’Italia nella tappa conclusiva di Verona, il Museo Nicolis di Villafranca ha in serbo i gioielli più preziosi delle sue collezioni.

 

Tutto è iniziato da qui! Gli appassionati che festeggeranno l’arrivo degli eroi del pedale potranno ammirare testimonianze uniche della storia della bicicletta.

 

A soli 15 chilometri da Verona, sono infatti custoditi preziosi antesignani delle moderne biciclette, come la Draisina del 1817, che è l’oggetto più vicino alla nostra bicicletta: un veicolo in legno, a due ruote con lo sterzo ma senza pedali, costruito nel 1816, per il trasporto personale dall’aristocratico tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbrohn. Per avanzare si stava a cavalcioni e si procedeva a forza di pedate sul terreno senza contare che, per cambiare direzione, era necessario fermarsi e spostare il veicolo a braccia! Ovviamente, i ciclisti dell’epoca avevano le loro difficoltà: a cavallo della draisina era facile sporcarsi calzoni e calzature. Inoltre, dovendo frenare con i piedi, coloro che si cimentavano in questa singolare corsa si ritrovavano rapidamente con le suole consumate. Drais sosteneva che, sostituendo al cavallo questa “macchina da corsa” si sarebbero risparmiati i costi della biada, spesso molto elevati. La bizzarria di questa invenzione non impedì alla Draisina di diventare una specie di giocattolo alla moda per i giovani aristocratici del tempo che, non a caso, la ribattezzarono “hobby horse”, cavallo da divertimento.

 

Ma la storia, come si sa, è costellata di intuizioni folgoranti che vengono successivamente perfezionate da altri.

 

Il vero salto di qualità, che consacra definitivamente le due ruote come mezzo di trasporto, è siglato infatti da due artigiani francesi, i Michaux, padre e figlio, passati alla storia per aver applicato per primi i pedali al biciclo. L’innovazione imprime una formidabile accelerazione al processo tecnologico e consente di realizzare le prime Michaudine, originariamente in legno e, successivamente, sostituite da mezzi realizzati in ferro forgiato. Da noi è esposta una Michaudine del 1865.

 

Ma le sorprese, per chi voglia fare una puntata al Museo Nicolis, non sono finite. Troverete esposte più di cento bici, dalle origini a quelle appartenute ai grandi campioni come: la Coppi Special del 1955, pezzo di straordinaria rarità, la Bianchi Modello Tour de France del 1949 o la Legnano del 1948 in ricordo di Gino Bartali, sono solo alcune testimonianze che introducono alla scoperta di una delle più complete collezioni del Mondo.

 

Silvia Nicolis, Presidente del Museo, racconta: “Al Nicolis ripercorriamo le tappe fondamentali dell’evoluzione della bicicletta, i modelli da corsa sono un fiore all’occhiello della nostra collezione, anche perché le prime gare di velocità si tenevano già alla fine del 1800”, afferma, “l’arrivo a Verona del Giro d’Italia sarà un’occasione straordinaria per la città ma anche per tutti gli appassionati che verranno da noi a scoprire aneddoti ed invenzioni mai viste!”

 

I visitatori potranno ammirare inoltre centinaia di auto e motociclette storiche, strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, oggetti incredibili dell’ingegno umano. Il Nicolis è a Villafranca, a pochi minuti da Verona. Impossibile sbagliarsi, sul tetto del Museo sono visibili anche da lontano alcuni aerei che sembrano appena atterrati.

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CICLISMO - Giro d'Italia, la storia della bicicletta al Museo Nicolis di Villafranca

di Napoli Magazine

16/05/2024 - 12:48

La partenza, da Budapest, è stata nel segno della globalizzazione, ma l’arrivo sarà tutto italiano, nella città più romantica del nostro Paese.

 

Per gli appassionati delle due ruote e per tutti coloro che il 29 maggio festeggeranno il Giro d’Italia nella tappa conclusiva di Verona, il Museo Nicolis di Villafranca ha in serbo i gioielli più preziosi delle sue collezioni.

 

Tutto è iniziato da qui! Gli appassionati che festeggeranno l’arrivo degli eroi del pedale potranno ammirare testimonianze uniche della storia della bicicletta.

 

A soli 15 chilometri da Verona, sono infatti custoditi preziosi antesignani delle moderne biciclette, come la Draisina del 1817, che è l’oggetto più vicino alla nostra bicicletta: un veicolo in legno, a due ruote con lo sterzo ma senza pedali, costruito nel 1816, per il trasporto personale dall’aristocratico tedesco Karl Christian Ludwig Drais von Sauerbrohn. Per avanzare si stava a cavalcioni e si procedeva a forza di pedate sul terreno senza contare che, per cambiare direzione, era necessario fermarsi e spostare il veicolo a braccia! Ovviamente, i ciclisti dell’epoca avevano le loro difficoltà: a cavallo della draisina era facile sporcarsi calzoni e calzature. Inoltre, dovendo frenare con i piedi, coloro che si cimentavano in questa singolare corsa si ritrovavano rapidamente con le suole consumate. Drais sosteneva che, sostituendo al cavallo questa “macchina da corsa” si sarebbero risparmiati i costi della biada, spesso molto elevati. La bizzarria di questa invenzione non impedì alla Draisina di diventare una specie di giocattolo alla moda per i giovani aristocratici del tempo che, non a caso, la ribattezzarono “hobby horse”, cavallo da divertimento.

 

Ma la storia, come si sa, è costellata di intuizioni folgoranti che vengono successivamente perfezionate da altri.

 

Il vero salto di qualità, che consacra definitivamente le due ruote come mezzo di trasporto, è siglato infatti da due artigiani francesi, i Michaux, padre e figlio, passati alla storia per aver applicato per primi i pedali al biciclo. L’innovazione imprime una formidabile accelerazione al processo tecnologico e consente di realizzare le prime Michaudine, originariamente in legno e, successivamente, sostituite da mezzi realizzati in ferro forgiato. Da noi è esposta una Michaudine del 1865.

 

Ma le sorprese, per chi voglia fare una puntata al Museo Nicolis, non sono finite. Troverete esposte più di cento bici, dalle origini a quelle appartenute ai grandi campioni come: la Coppi Special del 1955, pezzo di straordinaria rarità, la Bianchi Modello Tour de France del 1949 o la Legnano del 1948 in ricordo di Gino Bartali, sono solo alcune testimonianze che introducono alla scoperta di una delle più complete collezioni del Mondo.

 

Silvia Nicolis, Presidente del Museo, racconta: “Al Nicolis ripercorriamo le tappe fondamentali dell’evoluzione della bicicletta, i modelli da corsa sono un fiore all’occhiello della nostra collezione, anche perché le prime gare di velocità si tenevano già alla fine del 1800”, afferma, “l’arrivo a Verona del Giro d’Italia sarà un’occasione straordinaria per la città ma anche per tutti gli appassionati che verranno da noi a scoprire aneddoti ed invenzioni mai viste!”

 

I visitatori potranno ammirare inoltre centinaia di auto e motociclette storiche, strumenti musicali, macchine fotografiche e per scrivere, oggetti incredibili dell’ingegno umano. Il Nicolis è a Villafranca, a pochi minuti da Verona. Impossibile sbagliarsi, sul tetto del Museo sono visibili anche da lontano alcuni aerei che sembrano appena atterrati.