NAPOLI - La mia città soffre. Ed io con lei. Lo percepisco per strada, dagli sguardi preoccupati che fanno capolino sopra le mascherine. La paura si annida nei passi frettolosi, nel tenersi a debita distanza in una pandemia che ci obbliga per necessità a modi di fare scostanti, che non ci appartengono. La mia città soffre perché tocca con mano la crisi, esplosa nel tessuto socio economico con una deflagrazione lacerante. La mia città soffre perché vive nella consapevolezza della precarietà del sistema sanitario regionale, che non è attrezzato per reggere ad una emergenza di tale portata e così il terrore di ammalarsi, non solo di Covid-19, e di non avere le cure necessarie, striscia silente e toglie il sonno. La mia città soffre perché il lavoro diventa sempre più precario e carente, ma al contempo le misure governative, nazionali e locali, non sono tempestive né adeguate a dare un sostegno concreto, quotidiano, tangibile. La mia città ribolle nell'impotenza di chi pur avendo osservato le regole, non può evitare la minaccia di un nuovo, pesantissimo lockdown. La mia città prende le distanze da ogni forma di violenza che è sempre da condannare perché solo distruttiva e sterile. Il Governo assicuri il pane alla gente e non lasci solo nessuno. Bisogna fare presto. La mia città sa trovare forza in se stessa e lo farà anche stavolta per superare questo momento così difficile, ma intanto soffre. Ed io con lei. Napoli.
Rosa Petrazzuolo
Napoli Magazine
Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com
di Napoli Magazine
24/10/2024 - 12:32
NAPOLI - La mia città soffre. Ed io con lei. Lo percepisco per strada, dagli sguardi preoccupati che fanno capolino sopra le mascherine. La paura si annida nei passi frettolosi, nel tenersi a debita distanza in una pandemia che ci obbliga per necessità a modi di fare scostanti, che non ci appartengono. La mia città soffre perché tocca con mano la crisi, esplosa nel tessuto socio economico con una deflagrazione lacerante. La mia città soffre perché vive nella consapevolezza della precarietà del sistema sanitario regionale, che non è attrezzato per reggere ad una emergenza di tale portata e così il terrore di ammalarsi, non solo di Covid-19, e di non avere le cure necessarie, striscia silente e toglie il sonno. La mia città soffre perché il lavoro diventa sempre più precario e carente, ma al contempo le misure governative, nazionali e locali, non sono tempestive né adeguate a dare un sostegno concreto, quotidiano, tangibile. La mia città ribolle nell'impotenza di chi pur avendo osservato le regole, non può evitare la minaccia di un nuovo, pesantissimo lockdown. La mia città prende le distanze da ogni forma di violenza che è sempre da condannare perché solo distruttiva e sterile. Il Governo assicuri il pane alla gente e non lasci solo nessuno. Bisogna fare presto. La mia città sa trovare forza in se stessa e lo farà anche stavolta per superare questo momento così difficile, ma intanto soffre. Ed io con lei. Napoli.
Rosa Petrazzuolo
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