In Primo Piano
VIDEO SSCN - PhotoTale, Juan Jesus si racconta attraverso 9 foto: "Spalletti mi ha voluto tantissimo e ha creduto in me, a Napoli mi sento a casa"
10.11.2022 17:18 di Napoli Magazine

NAPOLI - Juan Jesus, difensore del Napoli, attraverso 9 foto si racconta sul canale Youtube della società azzurra. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine":

 

1) BELO HORIZONTE - "E' la città dove sono nato, dove sono cresciuto fino ai miei 14 anni, dove ho iniziato a giocare a calcio, dove ho la mia famiglia, dove si mangia da dio, è una città dove ho il cuore, perchè il popolo è molto carismatico, un po' come i napoletani, è casa mia, anche se pure l'Italia ormai è casa mia. Da quanto tempo manco da lì? Ci sono andato adesso in vacanza a vedere la famiglia, sono stato 12-13 giorni, ho portato mio figlio anche a fare una gita perchè quando è andato era un po' piccolino e non conosceva ancora i cuginetti, ma questa volta si è divertito tanto, ha giocato a calcio con i piedi scalzi, gli ho fatto fare tutto quello che facevo da piccolo. Ci siamo divertiti tantissimo, stare in famiglia per ricaricare le batterie è importantissimo".

 

2) GIOCARE A CALCIO SCALZI PER STRADA - "Non sai quante volte... la strada è ancora anche buona perchè in Brasile di solito giocavamo anche quando la strada non era buona, a volte passavano anche le macchine, o in salita, ma comunque ci divertivamo tantissimo. Penso che oggi se potessi parlare a quel Juan Jesus che giocava a calcio da piccolino che lui ce l'ha fatta a realizzare il suo sogno che era giocare a calcio. Ovviamente non speravo così tanto bene, ho sempre sognato basso, nel senso pensavo: 'gioco in una squadretta, poi vado in Olanda, di qua, di là e poi torno in Brasile'. Però grazie a Dio menomale la mia carriera è stata di alto livello, ho giocato in grandi squadre, Inter, Roma e ora al Napoli, quindi ho solo da ringraziare davvero tutti quelli che hanno partecipato alla mia crescita, anche i miei amici piccolini che mi hanno aiutato tanto ad arrivare qua. Se si ricordano di quel piccolo Juan quando torno in quelle strade? Sì, io ho portato anche mio figlio questa volta, perchè oggi non capisce un po', anche una questione di educazione, da dove sono arrivato, far capire a lui che ho sofferto tanto per arrivare dove sono, non è che sono sceso qua col paracadute o è successo qualcosa di magico. Gli ho detto: 'papà è cresciuto qua', e lui mi ha chiesto dove vivessi e non ci credeva. Questo fa vedere quanto sacrificio ho fatto per arrivare qua. A volte la gente da fuori non percepisce certe cose che abbiamo vissuto perchè loro vedono il finale e non l'inizio, quindi ho fatto capire a mio figlio e anche all'altra mia figlia più grande che senza sacrificio non si può ottenere niente, magari arrivi, ma senza passione valori e questo non è bello".

 

3) BANDIERA DELL'ITALIA - L'Italia è come la mia seconda casa, ormai sono 11 anni che vivo qua, sto per prendere anche il passaporto italiano e quindi divento cittadino italiano. Ho vissuto in bellissime città, a Milano, Roma, Napoli, ho vissuto sempre in posti belli: Milano città della moda, Roma città eterna e a Napoli c'è il mare, la gente, tutto, l'Italia è fantastica. Io in vacanza vado sempre in Sardegna perchè si sta da dio, c'è tranquillità, serenità, anche per riposare, quindi l'Italia per me oggi, sinceramente ogni tanto ci penso: torno in Brasile, ma rimango qua, perchè qua sto molto bene e mi sento a casa. Da piccolo sognavo di andare in Olanda? Sì, perchè di solito da dove sono uscito come squadra, l'America Mineiro, tu andavi in Olanda, Ajax o Feyenoord, e poi se andava tutto bene o andavi in Francia. Non ambivo, tipo l'Inter di Portalegre, ho fatto un provino, sono passato, sono stato lì, ho vinto la Libertadores, anche il campionato regionale, ho fatto sempre bene, poi mi ha aperto le porte per andare alle Olimpiadi, ad andare in Nazionale, poi sono andato all'Inter di Milano, non me l'aspettavo, ma grazie alla nazionale mi hanno fatto realizzare il sogno di andare in una grande società, una grande squadra, poi a Roma e ora qua, come ho detto, in Italia si sta bene, ormai è anche casa mia".

 

4) I FIGLI - "Questi sono i miei bimbi: Sofia, Eduardo e la piccola arrivata Maja. Sono i miei gioielli per cui combatto per lavorare, per tutto, è tutto per loro, devo essere un esempio per loro perchè ne sono il papà, ed essere esempio anche per altre persone. Provo sempre ad educare nel miglior modo possibile. Loro grazie a Dio hanno oggi una situazione molto diversa rispetto a quella che avevamo i miei fratelli ed io, quindi non è che perchè oggi loro possono avere qualcosa in più che devono essere maleducati o persone non perbene. Quindi, l'educazione va al primo posto, poi ubbidire sempre a mamma e a papà. La piccolina ancora non capisce niente ma è un tesoro di bambina. Eduardo lo devo tenere un po' di più perchè è molto intelligente, Sofia è già una ragazza grande, non serve litigare, basta chiacchierare, quindi sono loro che mi danno la spinta per lavorare sempre di più, a voler essere d'esempio per loro. Preferisco essre un bravo papà e una buona persona e vincere qualche titolo in meno. Se c'è qualcosa in cui mi somigliano particolarmente? Sono molto testardicome me, Eduardo di brutto, Sofia anche un po'. Eduardo è molto sveglio, come lo ero io da bambino, può essere un difetto ma non è una cosa che fa male. E poi, abbiamo gli occhi uguali".

 

5) SPALLETTI - "Mi ha aiutato tanto, che mi ha voluto quando ero all'Inter. Io quando sono andato via dall'Inter, potevo anche rimanere perchè avevo mister Mancini che oggi è il c.t. della Nazionale e che mi chiese se davvero sarei andato via. La Roma stava facendo benissimo da anni, era in Champions League, poi c'era mister Spalletti che mi ha voluto tantissimo e ho detto a Mancini: 'lo so che posso anche rimanere' perchè ovviamente all'Inter ho un rapporto molto affettivo perchè è stata la mia prima squadra in Europa, come se fosse la prima fidanzata, quindi ho un rispetto enorme per i tifosi dell'Inter, per la squadra e tutto quanto, però quella volta ho deciso di cambiare perchè ambivo a qualcosa in più. Ho vissuto dei periodi belli e brutti all'Inter ma sono serviti tutti a farmi crescere. Sono diventato veramente più maturo perchè abbiamo avuto degli episodi in cui dovevi maturare subito e prendere delle responsabilità e poi il mister mi ha voluto a Roma, abbiamo fatto due anni bellissimi, poi l'ho rincontrato qua, se non fosse per lui io oggi non sarei qui a Napoli, lui mi ha dato una opportunità importantissima, dopo che fino ad oggi due anni che non ho giocato a Roma senza un ma e senza un perchè ma tutto serve per imparare, per maturare, per crescere e infatti non ho mai fatto polemiche, sono sempre stato rispettoso verso i miei compagni. Il mister mi ha dato una opportunità quando nessuno credeva in me e lui ci ha creduto, penso che io gli abbia risposto in modo molto efficace, perchè l'anno scorso penso di aver fatto una delle mie migliori stagioni, in 27 partite ho sempre risposto sul pezzo, ho fatto anche qualche gol in più, anche gol che mi hanno tolto, ma è stato importante perchè siamo tornati in Champions League, oggi giochiamo la Champions League grazie all'anno scorso, quindi è un allenatore che ringrazierò perchè mi ha dato un'opportunità che nessuno mi voleva dare, per questo gli sono grato".

 

6 - CIBI BRASILIANI - "Questi sono i cibi in Brasile, io che faccio la grigliata. Quello è lo strogonoff che mi piace anche. Questo si chiama Feijoo tropeiro, sono fagioli, è un piatto tipico di Belo Horizonte. A volte ci vediamo in famiglia, c'è una mia zia e con mia madre mi sa che fanno il più buono (Feijoo tropeiro, ndr) del Brasile. Lo strogonoff anche io lo so fare, la grigliata sono già un esperto perchè ho avuto Alisson, porteire del Liverpool, come maestro e mi ha aiutato tantissimo. Oggi faccio la grigliata anche ad occhi chiusi. Ovviamente non ne possiamo mangiare tanto, sono tutti piatti un po' pesanti, se Rufolo che è il nostro nutrizionista vede questo... (sorride, ndr), però questo lo mangio solo in vacanza, non sempre. La grigliata ogni tanto la domenica quando abbiamo il giorno libero, tipo un paio di settimane fa ho fatto una grigliata veloce, delle bistecche, perchè ci sta bene. Se a cucinare è più brava mia mamma o mia zia? Mia mamma, altrimenti poi mi ammazza! (scherza, ndr). Mia mamma è la più forte, mia zia è un gradino sotto, uno 0,5 sotto, la mamma è quella che fa meglio".

 

7) RELAX SULL'AMACA - "A me ogni tanto serve stare un po' nella natura, ogni tanto mi vedono che cammino scalzo qua (nel centro sportivo di Castel Volturno, ndr) e il mister mi dice: 'ma metti le scarpe' e io gli dico: mister, devo scaricare le energie, devo stare a contatto con la terra'. A volte serve, penso per tutti, un po' di tempo così, anche mezz'ora, 20 minuti, stare un po' nella natura perchè oggi viviamo nell'era delle tecnologie, stiamo sempre con questo telefono. Ogni tanto ci sta sparire da tutto, almeno mezz'ora per ritornare a se stessi e ritrovare un po' di pace, un po' di serenità".

 

8) - I SOCIAL NETWORK - "Penso di avere un'immagine molto pulita, non è che quello che faccio vedere da Instagram non sono fuori, io sono quello lì e sono quello anche qua, non ho una doppia faccia, non ho un filtro. A volte ci sta per il nostro lavoro usare i social, però posso dire anche un consiglio per i più giovani, a volte è un male perchè stare troppo al telefono, i social, la gente vede, vuol fare uguale, diventa una vita un po' finta, quindi usare ma con precauzione".

 

9) - CITTA' DI NAPOLI - "Napule è mille culure! Napoli è una città che mi ha accolto benissimo dal primo giorno che sono arrivato, sembrava di essere in Brasile per come la gente è calorosa, è disponibile, ci aiuta a stare a suo agio, poi giochiamo nella squadra davvero della città, perchè la nonna tifa Napoli, il cane, il nonno, lo zio, patet' come si dice qua (ride, ndr). E' bello perchè anche quando vinciamo si sente proprio un'energia importante sulla città, però quando perdiamo, zitto, senti proprio una sensazione brutta perchè abbiamo perso, nessuno è felice, quindi Napoli è davvero una città di cuore, proprio come in Brasile la gente è di cuore, è disponibile, mi sento a casa anche per questo".

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

 

ULTIMISSIME IN PRIMO PIANO
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
VIDEO SSCN - PhotoTale, Juan Jesus si racconta attraverso 9 foto: "Spalletti mi ha voluto tantissimo e ha creduto in me, a Napoli mi sento a casa"

di Napoli Magazine

10/11/2024 - 17:18

NAPOLI - Juan Jesus, difensore del Napoli, attraverso 9 foto si racconta sul canale Youtube della società azzurra. Ecco quanto evidenziato da "Napoli Magazine":

 

1) BELO HORIZONTE - "E' la città dove sono nato, dove sono cresciuto fino ai miei 14 anni, dove ho iniziato a giocare a calcio, dove ho la mia famiglia, dove si mangia da dio, è una città dove ho il cuore, perchè il popolo è molto carismatico, un po' come i napoletani, è casa mia, anche se pure l'Italia ormai è casa mia. Da quanto tempo manco da lì? Ci sono andato adesso in vacanza a vedere la famiglia, sono stato 12-13 giorni, ho portato mio figlio anche a fare una gita perchè quando è andato era un po' piccolino e non conosceva ancora i cuginetti, ma questa volta si è divertito tanto, ha giocato a calcio con i piedi scalzi, gli ho fatto fare tutto quello che facevo da piccolo. Ci siamo divertiti tantissimo, stare in famiglia per ricaricare le batterie è importantissimo".

 

2) GIOCARE A CALCIO SCALZI PER STRADA - "Non sai quante volte... la strada è ancora anche buona perchè in Brasile di solito giocavamo anche quando la strada non era buona, a volte passavano anche le macchine, o in salita, ma comunque ci divertivamo tantissimo. Penso che oggi se potessi parlare a quel Juan Jesus che giocava a calcio da piccolino che lui ce l'ha fatta a realizzare il suo sogno che era giocare a calcio. Ovviamente non speravo così tanto bene, ho sempre sognato basso, nel senso pensavo: 'gioco in una squadretta, poi vado in Olanda, di qua, di là e poi torno in Brasile'. Però grazie a Dio menomale la mia carriera è stata di alto livello, ho giocato in grandi squadre, Inter, Roma e ora al Napoli, quindi ho solo da ringraziare davvero tutti quelli che hanno partecipato alla mia crescita, anche i miei amici piccolini che mi hanno aiutato tanto ad arrivare qua. Se si ricordano di quel piccolo Juan quando torno in quelle strade? Sì, io ho portato anche mio figlio questa volta, perchè oggi non capisce un po', anche una questione di educazione, da dove sono arrivato, far capire a lui che ho sofferto tanto per arrivare dove sono, non è che sono sceso qua col paracadute o è successo qualcosa di magico. Gli ho detto: 'papà è cresciuto qua', e lui mi ha chiesto dove vivessi e non ci credeva. Questo fa vedere quanto sacrificio ho fatto per arrivare qua. A volte la gente da fuori non percepisce certe cose che abbiamo vissuto perchè loro vedono il finale e non l'inizio, quindi ho fatto capire a mio figlio e anche all'altra mia figlia più grande che senza sacrificio non si può ottenere niente, magari arrivi, ma senza passione valori e questo non è bello".

 

3) BANDIERA DELL'ITALIA - L'Italia è come la mia seconda casa, ormai sono 11 anni che vivo qua, sto per prendere anche il passaporto italiano e quindi divento cittadino italiano. Ho vissuto in bellissime città, a Milano, Roma, Napoli, ho vissuto sempre in posti belli: Milano città della moda, Roma città eterna e a Napoli c'è il mare, la gente, tutto, l'Italia è fantastica. Io in vacanza vado sempre in Sardegna perchè si sta da dio, c'è tranquillità, serenità, anche per riposare, quindi l'Italia per me oggi, sinceramente ogni tanto ci penso: torno in Brasile, ma rimango qua, perchè qua sto molto bene e mi sento a casa. Da piccolo sognavo di andare in Olanda? Sì, perchè di solito da dove sono uscito come squadra, l'America Mineiro, tu andavi in Olanda, Ajax o Feyenoord, e poi se andava tutto bene o andavi in Francia. Non ambivo, tipo l'Inter di Portalegre, ho fatto un provino, sono passato, sono stato lì, ho vinto la Libertadores, anche il campionato regionale, ho fatto sempre bene, poi mi ha aperto le porte per andare alle Olimpiadi, ad andare in Nazionale, poi sono andato all'Inter di Milano, non me l'aspettavo, ma grazie alla nazionale mi hanno fatto realizzare il sogno di andare in una grande società, una grande squadra, poi a Roma e ora qua, come ho detto, in Italia si sta bene, ormai è anche casa mia".

 

4) I FIGLI - "Questi sono i miei bimbi: Sofia, Eduardo e la piccola arrivata Maja. Sono i miei gioielli per cui combatto per lavorare, per tutto, è tutto per loro, devo essere un esempio per loro perchè ne sono il papà, ed essere esempio anche per altre persone. Provo sempre ad educare nel miglior modo possibile. Loro grazie a Dio hanno oggi una situazione molto diversa rispetto a quella che avevamo i miei fratelli ed io, quindi non è che perchè oggi loro possono avere qualcosa in più che devono essere maleducati o persone non perbene. Quindi, l'educazione va al primo posto, poi ubbidire sempre a mamma e a papà. La piccolina ancora non capisce niente ma è un tesoro di bambina. Eduardo lo devo tenere un po' di più perchè è molto intelligente, Sofia è già una ragazza grande, non serve litigare, basta chiacchierare, quindi sono loro che mi danno la spinta per lavorare sempre di più, a voler essere d'esempio per loro. Preferisco essre un bravo papà e una buona persona e vincere qualche titolo in meno. Se c'è qualcosa in cui mi somigliano particolarmente? Sono molto testardicome me, Eduardo di brutto, Sofia anche un po'. Eduardo è molto sveglio, come lo ero io da bambino, può essere un difetto ma non è una cosa che fa male. E poi, abbiamo gli occhi uguali".

 

5) SPALLETTI - "Mi ha aiutato tanto, che mi ha voluto quando ero all'Inter. Io quando sono andato via dall'Inter, potevo anche rimanere perchè avevo mister Mancini che oggi è il c.t. della Nazionale e che mi chiese se davvero sarei andato via. La Roma stava facendo benissimo da anni, era in Champions League, poi c'era mister Spalletti che mi ha voluto tantissimo e ho detto a Mancini: 'lo so che posso anche rimanere' perchè ovviamente all'Inter ho un rapporto molto affettivo perchè è stata la mia prima squadra in Europa, come se fosse la prima fidanzata, quindi ho un rispetto enorme per i tifosi dell'Inter, per la squadra e tutto quanto, però quella volta ho deciso di cambiare perchè ambivo a qualcosa in più. Ho vissuto dei periodi belli e brutti all'Inter ma sono serviti tutti a farmi crescere. Sono diventato veramente più maturo perchè abbiamo avuto degli episodi in cui dovevi maturare subito e prendere delle responsabilità e poi il mister mi ha voluto a Roma, abbiamo fatto due anni bellissimi, poi l'ho rincontrato qua, se non fosse per lui io oggi non sarei qui a Napoli, lui mi ha dato una opportunità importantissima, dopo che fino ad oggi due anni che non ho giocato a Roma senza un ma e senza un perchè ma tutto serve per imparare, per maturare, per crescere e infatti non ho mai fatto polemiche, sono sempre stato rispettoso verso i miei compagni. Il mister mi ha dato una opportunità quando nessuno credeva in me e lui ci ha creduto, penso che io gli abbia risposto in modo molto efficace, perchè l'anno scorso penso di aver fatto una delle mie migliori stagioni, in 27 partite ho sempre risposto sul pezzo, ho fatto anche qualche gol in più, anche gol che mi hanno tolto, ma è stato importante perchè siamo tornati in Champions League, oggi giochiamo la Champions League grazie all'anno scorso, quindi è un allenatore che ringrazierò perchè mi ha dato un'opportunità che nessuno mi voleva dare, per questo gli sono grato".

 

6 - CIBI BRASILIANI - "Questi sono i cibi in Brasile, io che faccio la grigliata. Quello è lo strogonoff che mi piace anche. Questo si chiama Feijoo tropeiro, sono fagioli, è un piatto tipico di Belo Horizonte. A volte ci vediamo in famiglia, c'è una mia zia e con mia madre mi sa che fanno il più buono (Feijoo tropeiro, ndr) del Brasile. Lo strogonoff anche io lo so fare, la grigliata sono già un esperto perchè ho avuto Alisson, porteire del Liverpool, come maestro e mi ha aiutato tantissimo. Oggi faccio la grigliata anche ad occhi chiusi. Ovviamente non ne possiamo mangiare tanto, sono tutti piatti un po' pesanti, se Rufolo che è il nostro nutrizionista vede questo... (sorride, ndr), però questo lo mangio solo in vacanza, non sempre. La grigliata ogni tanto la domenica quando abbiamo il giorno libero, tipo un paio di settimane fa ho fatto una grigliata veloce, delle bistecche, perchè ci sta bene. Se a cucinare è più brava mia mamma o mia zia? Mia mamma, altrimenti poi mi ammazza! (scherza, ndr). Mia mamma è la più forte, mia zia è un gradino sotto, uno 0,5 sotto, la mamma è quella che fa meglio".

 

7) RELAX SULL'AMACA - "A me ogni tanto serve stare un po' nella natura, ogni tanto mi vedono che cammino scalzo qua (nel centro sportivo di Castel Volturno, ndr) e il mister mi dice: 'ma metti le scarpe' e io gli dico: mister, devo scaricare le energie, devo stare a contatto con la terra'. A volte serve, penso per tutti, un po' di tempo così, anche mezz'ora, 20 minuti, stare un po' nella natura perchè oggi viviamo nell'era delle tecnologie, stiamo sempre con questo telefono. Ogni tanto ci sta sparire da tutto, almeno mezz'ora per ritornare a se stessi e ritrovare un po' di pace, un po' di serenità".

 

8) - I SOCIAL NETWORK - "Penso di avere un'immagine molto pulita, non è che quello che faccio vedere da Instagram non sono fuori, io sono quello lì e sono quello anche qua, non ho una doppia faccia, non ho un filtro. A volte ci sta per il nostro lavoro usare i social, però posso dire anche un consiglio per i più giovani, a volte è un male perchè stare troppo al telefono, i social, la gente vede, vuol fare uguale, diventa una vita un po' finta, quindi usare ma con precauzione".

 

9) - CITTA' DI NAPOLI - "Napule è mille culure! Napoli è una città che mi ha accolto benissimo dal primo giorno che sono arrivato, sembrava di essere in Brasile per come la gente è calorosa, è disponibile, ci aiuta a stare a suo agio, poi giochiamo nella squadra davvero della città, perchè la nonna tifa Napoli, il cane, il nonno, lo zio, patet' come si dice qua (ride, ndr). E' bello perchè anche quando vinciamo si sente proprio un'energia importante sulla città, però quando perdiamo, zitto, senti proprio una sensazione brutta perchè abbiamo perso, nessuno è felice, quindi Napoli è davvero una città di cuore, proprio come in Brasile la gente è di cuore, è disponibile, mi sento a casa anche per questo".

 

Rosa Petrazzuolo

 

Napoli Magazine

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com