Cultura & Gossip
SPETTACOLI - Lorenzo Flaherty in "SOLO – Una vita" al Teatro Stabile d'Innovazione Galleria Toledo
22.04.2024 15:53 di Napoli Magazine

TEATRO STABILE D'INNOVAZIONE GALLERIA TOLEDO

sabato 27 e domenica 28 aprile 2024

Lorenzo Flaherty
è protagonista dello spettacolo
SOLO – Una vita
Essere uno, tra tanti, ma pur sempre uno, unico


Scritto e diretto da Monica Massone
Regia video di Sergio Angelo Notti
Prodotto da Quizzy Teatro

ORARI
sabato ore 20.30
domenica ore 18.00
 
 
BIGLIETTI
18€ intero
15€ ridotto convenzionati / over 65
12€ ridotto under 30 e carta Feltrinelli/Ubik
10€ studenti 
 
Nel 1913, Antonio Trentin, giovane appassionato di lettere, si dedica con fervore allo studio per realizzare il suo sogno di diventare maestro e costruire una propria vita famigliare. Tuttavia, l’inaspettato inizio della Prima Guerra Mondiale sconvolge il suo cammino, chiamandolo alle armi e infrangendo il delicato equilibrio di speranze e progetti. Tra le trincee, Antonio scopre il valore dell'amicizia, la complicità, la condivisione, nel bene e nel male, di un desiderio, dare un senso all'esistenza, fare un lavoro che sia di reale utilità alla vita altrui, "Essere uno, tra tanti, ma pur sempre uno, unico". Nonostante la sua forza e il suo resistere, il suo sogno si dissolve, mettendo in discussione la sua vita, quella di un futuro che fino a quel momento aveva pazientemente immaginato e costruito. Antonio è giovane, non ha passato, vive il presente, perché dovrebbe avere solo futuro davanti a sé.
 
 
Note di regia:
Antonio Trentin, il protagonista, vent'anni, classe 1894, studia per diventare maestro, ma, sfortunatamente, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo porta al fronte. Antonio è il solo personaggio a essere sulla scena, interpretato dall’attore Lorenzo Flaherty, mentre tutte le altre figure, il padre, la madre, la sorella, il "Professore", sono proiezioni, ombre, citazioni, allusioni, entità senza corpo, senza anima, rappresentazioni di un ruolo, di una carica, di un concetto.
La guerra è, pertanto, la sublimazione all'eccesso di un disagio che Antonio percepisce ma non ha la cultura e la dialettica per esprimerlo, poiché nessuno gliene ha trasmesso gli strumenti, né la scuola, né la famiglia, né, tanto meno, la società.
“Solo – Una vita” è una tragedia in tre atti: il primo colloca Antonio entro i confini della famiglia, della scuola e del gruppo di amici, nel secondo la Guerra si avvicina a lui, turbandone gli equilibri sociali, nel terzo si assiste alla progressiva distruzione della sua psiche e della sua identità.
Lo spettacolo, tramite il realismo e la credibilità con cui si è cercato di costruire il personaggio di Antonio, la sua rete di relazioni sociali e la circostanza storica e storico - culturale entro cui agisce, vuole essere, altresì, l'esplorazione di una mente in disgregazione, che è costretta a godere della miseria psichica, propria e altrui. La drammaturgia e la regia teatrale di Monica Massone, sia in origine, che durante l’allestimento dell’opera, hanno trasposto, con calibrata misuratezza, azioni, gesti e principi d’uso comune per la tecnologia del XXI secolo all’agire quotidiano di inizio Novecento del protagonista. La scelta di integrare elementi di innovazione e la futuribilità degli atti a una pièce ambientata durante la Grande Guerra allude al rischio contemporaneo di rendere l’essere umano schiavo della tecnica, similmente a quanto il primo conflitto mondiale fece con importanti scoperte scientifiche, riconvertite in armi di distruzione di massa. La video-scenografia, diretta dal regista Sergio Angelo Notti, è stata realizzata mediante filmati d’epoca, shooting in location che hanno conservato l’estetica rurale di inizio XX secolo e, in parte, tramite l’Intelligenza Artificiale, e contribuisce a rafforzare il pathos attraverso la sintonia dell’immagine con l’unico personaggio sulla scena. “SOLO - Una vita” è anche un omaggio di riconoscenza a chi donò la vita per obbedire a degli ordini di morte; è lo sforzo di restituire una dignità a milioni di uomini, oltraggiati dalla guerra, uniformati e dimenticati, nomi, cognomi, professioni, talenti, ambizioni, progetti, speranze prima che soldati, schiacciati sotto il peso della Storia.


“SOLO – Una vita” è un invito allo studio della Storia, per immedesimarsi in una condizione, per pensare come chi ci ha preceduto e, per similitudine, intuire di essere stati tutti oggetto di manipolazione e di sfruttamento, per liberarsi, si spera, dalla coatta accettazione della guerra come espediente per ottenere una "Pace" provvisoria, avvisaglia di un nuovo prossimo conflitto.

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22/04/2024 - 15:53

TEATRO STABILE D'INNOVAZIONE GALLERIA TOLEDO

sabato 27 e domenica 28 aprile 2024

Lorenzo Flaherty
è protagonista dello spettacolo
SOLO – Una vita
Essere uno, tra tanti, ma pur sempre uno, unico


Scritto e diretto da Monica Massone
Regia video di Sergio Angelo Notti
Prodotto da Quizzy Teatro

ORARI
sabato ore 20.30
domenica ore 18.00
 
 
BIGLIETTI
18€ intero
15€ ridotto convenzionati / over 65
12€ ridotto under 30 e carta Feltrinelli/Ubik
10€ studenti 
 
Nel 1913, Antonio Trentin, giovane appassionato di lettere, si dedica con fervore allo studio per realizzare il suo sogno di diventare maestro e costruire una propria vita famigliare. Tuttavia, l’inaspettato inizio della Prima Guerra Mondiale sconvolge il suo cammino, chiamandolo alle armi e infrangendo il delicato equilibrio di speranze e progetti. Tra le trincee, Antonio scopre il valore dell'amicizia, la complicità, la condivisione, nel bene e nel male, di un desiderio, dare un senso all'esistenza, fare un lavoro che sia di reale utilità alla vita altrui, "Essere uno, tra tanti, ma pur sempre uno, unico". Nonostante la sua forza e il suo resistere, il suo sogno si dissolve, mettendo in discussione la sua vita, quella di un futuro che fino a quel momento aveva pazientemente immaginato e costruito. Antonio è giovane, non ha passato, vive il presente, perché dovrebbe avere solo futuro davanti a sé.
 
 
Note di regia:
Antonio Trentin, il protagonista, vent'anni, classe 1894, studia per diventare maestro, ma, sfortunatamente, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale lo porta al fronte. Antonio è il solo personaggio a essere sulla scena, interpretato dall’attore Lorenzo Flaherty, mentre tutte le altre figure, il padre, la madre, la sorella, il "Professore", sono proiezioni, ombre, citazioni, allusioni, entità senza corpo, senza anima, rappresentazioni di un ruolo, di una carica, di un concetto.
La guerra è, pertanto, la sublimazione all'eccesso di un disagio che Antonio percepisce ma non ha la cultura e la dialettica per esprimerlo, poiché nessuno gliene ha trasmesso gli strumenti, né la scuola, né la famiglia, né, tanto meno, la società.
“Solo – Una vita” è una tragedia in tre atti: il primo colloca Antonio entro i confini della famiglia, della scuola e del gruppo di amici, nel secondo la Guerra si avvicina a lui, turbandone gli equilibri sociali, nel terzo si assiste alla progressiva distruzione della sua psiche e della sua identità.
Lo spettacolo, tramite il realismo e la credibilità con cui si è cercato di costruire il personaggio di Antonio, la sua rete di relazioni sociali e la circostanza storica e storico - culturale entro cui agisce, vuole essere, altresì, l'esplorazione di una mente in disgregazione, che è costretta a godere della miseria psichica, propria e altrui. La drammaturgia e la regia teatrale di Monica Massone, sia in origine, che durante l’allestimento dell’opera, hanno trasposto, con calibrata misuratezza, azioni, gesti e principi d’uso comune per la tecnologia del XXI secolo all’agire quotidiano di inizio Novecento del protagonista. La scelta di integrare elementi di innovazione e la futuribilità degli atti a una pièce ambientata durante la Grande Guerra allude al rischio contemporaneo di rendere l’essere umano schiavo della tecnica, similmente a quanto il primo conflitto mondiale fece con importanti scoperte scientifiche, riconvertite in armi di distruzione di massa. La video-scenografia, diretta dal regista Sergio Angelo Notti, è stata realizzata mediante filmati d’epoca, shooting in location che hanno conservato l’estetica rurale di inizio XX secolo e, in parte, tramite l’Intelligenza Artificiale, e contribuisce a rafforzare il pathos attraverso la sintonia dell’immagine con l’unico personaggio sulla scena. “SOLO - Una vita” è anche un omaggio di riconoscenza a chi donò la vita per obbedire a degli ordini di morte; è lo sforzo di restituire una dignità a milioni di uomini, oltraggiati dalla guerra, uniformati e dimenticati, nomi, cognomi, professioni, talenti, ambizioni, progetti, speranze prima che soldati, schiacciati sotto il peso della Storia.


“SOLO – Una vita” è un invito allo studio della Storia, per immedesimarsi in una condizione, per pensare come chi ci ha preceduto e, per similitudine, intuire di essere stati tutti oggetto di manipolazione e di sfruttamento, per liberarsi, si spera, dalla coatta accettazione della guerra come espediente per ottenere una "Pace" provvisoria, avvisaglia di un nuovo prossimo conflitto.