Calcio
MILAN - Maldini: "Ibrahimovic universale, sempre decisivo"
23.09.2020 17:24 di Napoli Magazine

"Universale è Ibrahimovic, senza età, sempre decisivo. L'obiettivo di quest'anno è di essere competitivi e sono convinto che ci riusciremo". Così Paolo Maldini ieri sera ricevendo a Cesenatico il premio Azeglio Vicini al Grand Hotel Da Vinci. Quando il suo ex compagno di nazionale Lorenzo Minotti ha detto che il calcio non poteva permettersi di tenere fuori uno come Maldini, come ha fatto per una decina di anni, il direttore tecnico del Milan ha risposto: "Non era scritto da nessuna parte che dovessi fare il dirigente del Milan, ho preso l'occasione giusta quando Leonardo mi ha chiamato. Ho sofferto ma ora mi trovo proprio a mio agio e spero di continuare a crescere, completeremo la rosa. Nella mia carriera ho sempre cercato di essere umile ed educato come mi ha insegnato la mia famiglia. Non ho mai voluto fare l'allenatore. Cosa mi dava più fastidio da calciatore? Tornare a casa in auto dopo una partita con mio padre che commentava. E lo stesso fa ora mio figlio nei miei confronti". Davanti alla famiglia Vicini, alla signora Ines e al figlio Gianluca, Maldini ha poi ringraziato l'ex ct (sepolto a Cesenatico dove era cresciuto da ragazzo e viveva parte dell'anno) che è stato decisivo nella sua carriera: "Ha sempre creduto in me, mi ha fatto debuttare in Under 21 a soli 17 anni con ragazzi ben più grandi, poi a 20 nella nazionale maggiore contro la Jugoslavia. È stata una presenza importante, un educatore".

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MILAN - Maldini: "Ibrahimovic universale, sempre decisivo"

di Napoli Magazine

23/09/2024 - 17:24

"Universale è Ibrahimovic, senza età, sempre decisivo. L'obiettivo di quest'anno è di essere competitivi e sono convinto che ci riusciremo". Così Paolo Maldini ieri sera ricevendo a Cesenatico il premio Azeglio Vicini al Grand Hotel Da Vinci. Quando il suo ex compagno di nazionale Lorenzo Minotti ha detto che il calcio non poteva permettersi di tenere fuori uno come Maldini, come ha fatto per una decina di anni, il direttore tecnico del Milan ha risposto: "Non era scritto da nessuna parte che dovessi fare il dirigente del Milan, ho preso l'occasione giusta quando Leonardo mi ha chiamato. Ho sofferto ma ora mi trovo proprio a mio agio e spero di continuare a crescere, completeremo la rosa. Nella mia carriera ho sempre cercato di essere umile ed educato come mi ha insegnato la mia famiglia. Non ho mai voluto fare l'allenatore. Cosa mi dava più fastidio da calciatore? Tornare a casa in auto dopo una partita con mio padre che commentava. E lo stesso fa ora mio figlio nei miei confronti". Davanti alla famiglia Vicini, alla signora Ines e al figlio Gianluca, Maldini ha poi ringraziato l'ex ct (sepolto a Cesenatico dove era cresciuto da ragazzo e viveva parte dell'anno) che è stato decisivo nella sua carriera: "Ha sempre creduto in me, mi ha fatto debuttare in Under 21 a soli 17 anni con ragazzi ben più grandi, poi a 20 nella nazionale maggiore contro la Jugoslavia. È stata una presenza importante, un educatore".