Calcio
L'ANALISI - Petrachi: “Roma, Dybala fa la differenza, nella rosa attuale, ci sono ancora tanti giocatori presi da me”
30.09.2022 14:56 di Napoli Magazine

Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo del Torino, ha rilasciato alcune dichiarazioni a RomaNews24.net.

 

 

Buongiorno Direttore, cosa può dirci della partita di sabato Inter -Roma?

 

“Sarà una partita equilibrata, dove non vedo una squadra favorita rispetto all’altra. Una sfida bella da vedere, aperta a qualsiasi risultato.”

 

 


Secondo lei, l’Inter si è pentita di non avere preso Dybala?

 

“Dybala avrebbe fatto comodo non solo all’Inter ma a tante squadre. È un calciatore che sposta gli equilibri. Brava la Roma ad averlo preso.”

 

 


La qualità di Dybala può portare la Roma tra le prime quattro squadre del prossimo campionato?

 

“A parte Dybala, la società giallorossa ha fatto un mercato importante. Ha preso giocatori funzionali a quello che chiedeva Mourinho. La Roma entra di prepotenza tra le squadre che si giocheranno un posto in Champions League. Come rosa non la ritengo inferiore a tante squadre.”

 

 


Perchè la squadra di Mourinho, crea tante occasioni ma è poco cattiva sotto porta?

 

“Nel calcio ci sono dei momenti dove fai mezzo tiro in porta e fai gol, e altri dove tiri dieci volte ma la palla non entra. Credo che sia solo un periodo dove non si riesca a concretizzare le occasioni che si hanno. Anche perché la rosa è composta da tutti calciatori molto forti.”

 

 


Il suo giudizio su Wijnaldum?

 

“E’ un calciatore tecnico è il prototipo del centrocampista moderno. Scelto da Mourinho, perché bravo sia in fase difensiva che in quella offensiva.”

 

 


C’è qualche giocatore che durante la sua esperienza come DS della Roma avrebbe voluto comprare, ma che poi per diversi motivi non è riuscito a prendere?

 

“Obiettivamente, non ricordo di giocatori trattati e poi non presi”.

 


Petrachi, lei è arrivato a lavorare per la Roma in un periodo difficile, dove stavano per avvenire forti cambiamenti. Come considera il suo periodo come direttore sportivo della Roma?

 

“Nel mio periodo alla Roma c’è stato un cambiamento rivoluzionario. Obbligatoriamente bisognava cedere tanti giocatori. Ho fatto uscire 12-13 calciatori, dopodiché ne ho presi altrettanti. Prima di quest’ultimo mercato estivo, dei giocatori arrivati, sostanzialmente titolari sono solo Abraham e Rui Patricio. Per il resto ci sono quasi tutti calciatori che ho preso io, oppure che c’erano quando ero io il direttore sportivo. Avrei voluto solo più tempo per portare a termine il mio lavoro. Io ho preso Spinazzola, Mancini, Smalling, Ibanez, Cristante, Pellegrini, Veretout, Mkhitaryan, solo per citarne alcuni. Sono riuscito a far uscire tantissimi calciatori difficili da piazzare che non facevano più parte del progetto tecnico. Ho deciso di non vendere Zaniolo, ho confermato Cristante, decisioni importanti prese come DS della Roma. Poche persone hanno rimarcato il grande lavoro che è stato fatto nel cedere molti giocatori, portando grandi vantaggi alla società. Questo perché ormai sono passati due anni. Quando sono arrivato ho venduto Marcano per 1 milione e mezzo facendo plusvalenza, Sadiq per 1,850, Gonalons per 4 milioni, Defrel per 14, Schick per 40, Manolas per 36 più il cartellino di Diawara, che era uno dei pochi che il Napoli voleva cedere, e che ho preso perchè dovevo cedere Manolas. Ci sono stati poi i prestiti di Zonzi, Olsen e Karsdorp.”

 

 


Quale è il progetto sportivo che Petrachi sta cercando, per tornare da protagonista nel mondo del calcio?

 

“Io sono stato fermo per scelta, perché non ho accettato un paio di situazioni che non mi convincevano dal punto di vista della progettualità. Io cerco un progetto sostenibile, senza eccessi, dove si ritorna a dare grande importanza ai giovani. Un calcio che ritorni un po’ all’antico, pescando nel serbatoio del calcio italiano. Puntando tanto sui vivai e ricominciando ad insegnare la tecnica individuale ai ragazzi.”

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L'ANALISI - Petrachi: “Roma, Dybala fa la differenza, nella rosa attuale, ci sono ancora tanti giocatori presi da me”

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30/09/2024 - 14:56

Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo del Torino, ha rilasciato alcune dichiarazioni a RomaNews24.net.

 

 

Buongiorno Direttore, cosa può dirci della partita di sabato Inter -Roma?

 

“Sarà una partita equilibrata, dove non vedo una squadra favorita rispetto all’altra. Una sfida bella da vedere, aperta a qualsiasi risultato.”

 

 


Secondo lei, l’Inter si è pentita di non avere preso Dybala?

 

“Dybala avrebbe fatto comodo non solo all’Inter ma a tante squadre. È un calciatore che sposta gli equilibri. Brava la Roma ad averlo preso.”

 

 


La qualità di Dybala può portare la Roma tra le prime quattro squadre del prossimo campionato?

 

“A parte Dybala, la società giallorossa ha fatto un mercato importante. Ha preso giocatori funzionali a quello che chiedeva Mourinho. La Roma entra di prepotenza tra le squadre che si giocheranno un posto in Champions League. Come rosa non la ritengo inferiore a tante squadre.”

 

 


Perchè la squadra di Mourinho, crea tante occasioni ma è poco cattiva sotto porta?

 

“Nel calcio ci sono dei momenti dove fai mezzo tiro in porta e fai gol, e altri dove tiri dieci volte ma la palla non entra. Credo che sia solo un periodo dove non si riesca a concretizzare le occasioni che si hanno. Anche perché la rosa è composta da tutti calciatori molto forti.”

 

 


Il suo giudizio su Wijnaldum?

 

“E’ un calciatore tecnico è il prototipo del centrocampista moderno. Scelto da Mourinho, perché bravo sia in fase difensiva che in quella offensiva.”

 

 


C’è qualche giocatore che durante la sua esperienza come DS della Roma avrebbe voluto comprare, ma che poi per diversi motivi non è riuscito a prendere?

 

“Obiettivamente, non ricordo di giocatori trattati e poi non presi”.

 


Petrachi, lei è arrivato a lavorare per la Roma in un periodo difficile, dove stavano per avvenire forti cambiamenti. Come considera il suo periodo come direttore sportivo della Roma?

 

“Nel mio periodo alla Roma c’è stato un cambiamento rivoluzionario. Obbligatoriamente bisognava cedere tanti giocatori. Ho fatto uscire 12-13 calciatori, dopodiché ne ho presi altrettanti. Prima di quest’ultimo mercato estivo, dei giocatori arrivati, sostanzialmente titolari sono solo Abraham e Rui Patricio. Per il resto ci sono quasi tutti calciatori che ho preso io, oppure che c’erano quando ero io il direttore sportivo. Avrei voluto solo più tempo per portare a termine il mio lavoro. Io ho preso Spinazzola, Mancini, Smalling, Ibanez, Cristante, Pellegrini, Veretout, Mkhitaryan, solo per citarne alcuni. Sono riuscito a far uscire tantissimi calciatori difficili da piazzare che non facevano più parte del progetto tecnico. Ho deciso di non vendere Zaniolo, ho confermato Cristante, decisioni importanti prese come DS della Roma. Poche persone hanno rimarcato il grande lavoro che è stato fatto nel cedere molti giocatori, portando grandi vantaggi alla società. Questo perché ormai sono passati due anni. Quando sono arrivato ho venduto Marcano per 1 milione e mezzo facendo plusvalenza, Sadiq per 1,850, Gonalons per 4 milioni, Defrel per 14, Schick per 40, Manolas per 36 più il cartellino di Diawara, che era uno dei pochi che il Napoli voleva cedere, e che ho preso perchè dovevo cedere Manolas. Ci sono stati poi i prestiti di Zonzi, Olsen e Karsdorp.”

 

 


Quale è il progetto sportivo che Petrachi sta cercando, per tornare da protagonista nel mondo del calcio?

 

“Io sono stato fermo per scelta, perché non ho accettato un paio di situazioni che non mi convincevano dal punto di vista della progettualità. Io cerco un progetto sostenibile, senza eccessi, dove si ritorna a dare grande importanza ai giovani. Un calcio che ritorni un po’ all’antico, pescando nel serbatoio del calcio italiano. Puntando tanto sui vivai e ricominciando ad insegnare la tecnica individuale ai ragazzi.”