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TOKYO - Lambruschini: "Grandi Jacobs e Tamberi"
02.08.2021 20:18 di Napoli Magazine

"Gli ori di Tamberi e Jacobs? Hanno scritto una pagina di storia che cambierà l'atletica italiana. Vittorie così danno credibilità, danno modo di crederci di più per ottenere grandi risultati". Lo chiamavano il 'keniano bianco' di Fucecchio, nel 1996 ad Atlanta, il 2 agosto di 25 anni fa, conquistò la medaglia di bronzo nei 3000 siepi; oggi Alessandro Lambruschini, classe '65, è in servizio nella questura di Modena e racconta la sua impresa alle olimpiadi statunitensi: "Ricordo quasi tutto di quel giorno, dalla mattina appena sveglio - le parole di Lambruschini - alla colazione e alla preparazione. Il pulmino che mi ha accompagnato allo stadio per il riscaldamento e tutti gli attimi prima dell'inizio della finale. Grandi emozioni. Conquistare una medaglia significa entrare nella storia. Io ero alla mia terza olimpiade, chiusi quarto sia a Seul sia a Barcellona, quindi ad Atlanta dovevo fare qualcosa di importante". "Mi chiamavano il keniano bianco perché ero l'unico che riusciva a stare dietro a quegli atleti fortissimi. Ricordo ancora - aggiunge Lambruschini - che prima della partenza su un display fecero vedere le ultime due olimpiadi e quindi anche i miei quarti posti. Mi era venuta un po' di ansia da prestazione per questo, ma ero anche molto concentrato e in forma". L'ex siepista si è poi soffermato su che cosa significhi per un atleta cambiare vita dopo le competizioni: "Ho vissuto sempre in giro per il mondo a contatto di realtà e culture diverse, quando questo viene a mancare soffri, fare qualcosa di diverso è difficile ma necessario", conclude Lambruschini.

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TOKYO - Lambruschini: "Grandi Jacobs e Tamberi"

di Napoli Magazine

02/08/2024 - 20:18

"Gli ori di Tamberi e Jacobs? Hanno scritto una pagina di storia che cambierà l'atletica italiana. Vittorie così danno credibilità, danno modo di crederci di più per ottenere grandi risultati". Lo chiamavano il 'keniano bianco' di Fucecchio, nel 1996 ad Atlanta, il 2 agosto di 25 anni fa, conquistò la medaglia di bronzo nei 3000 siepi; oggi Alessandro Lambruschini, classe '65, è in servizio nella questura di Modena e racconta la sua impresa alle olimpiadi statunitensi: "Ricordo quasi tutto di quel giorno, dalla mattina appena sveglio - le parole di Lambruschini - alla colazione e alla preparazione. Il pulmino che mi ha accompagnato allo stadio per il riscaldamento e tutti gli attimi prima dell'inizio della finale. Grandi emozioni. Conquistare una medaglia significa entrare nella storia. Io ero alla mia terza olimpiade, chiusi quarto sia a Seul sia a Barcellona, quindi ad Atlanta dovevo fare qualcosa di importante". "Mi chiamavano il keniano bianco perché ero l'unico che riusciva a stare dietro a quegli atleti fortissimi. Ricordo ancora - aggiunge Lambruschini - che prima della partenza su un display fecero vedere le ultime due olimpiadi e quindi anche i miei quarti posti. Mi era venuta un po' di ansia da prestazione per questo, ma ero anche molto concentrato e in forma". L'ex siepista si è poi soffermato su che cosa significhi per un atleta cambiare vita dopo le competizioni: "Ho vissuto sempre in giro per il mondo a contatto di realtà e culture diverse, quando questo viene a mancare soffri, fare qualcosa di diverso è difficile ma necessario", conclude Lambruschini.