Mister Z
MR Z - Napoli, occhio in difesa
05.12.2023 23:49 di Napoli Magazine

NAPOLI - I nodi prima o poi vengono al pettine. È stato bello e piacevole risparmiare sul mercato estivo pensando che le uscite di Kim e di Lozano potessero essere compensate dagli ingaggi di Natan e Lindstrom, con un conseguente notevole risparmio per le casse della Società, ma ora ci si accorge che la frittata è fatta e che il campionato del Napoli potrà essere raddrizzato (e solo fino a un certo punto) probabilmente soltanto se si riuscirà a trovare qualche buona occasione sul mercato di riparazione, cosa notoriamente non facile perché chi ha in casa sua giocatori buoni in linea di massima se li tiene e a gennaio non li dà a nessuno. Guardiamo alla partita con l’Inter. Fermi restando gli errori clamorosi e inspiegabili dell’arbitro Massa e del Var che non è andato in suo soccorso per segnalare il fallo di Lautaro su Lobotka prima del gol di Calhanoglu e successivamente il nettissimo rigore per il Napoli per il fallo di Acerbi su Osimhen, rimane l’ennesima prestazione infelice della difesa azzurra a scusante della quale non può neppure essere addotta la mancanza di un titolare sulla fascia sinistra a causa degli infortuni che hanno bloccato Mario Rui e Olivera. La verità è che la retroguardia è diventata una specie di colabrodo. L’unico che si salva (e neanche sempre) è Di Lorenzo il quale per la verità si deve ormai considerare più un centrocampista aggiunto, peraltro con spiccate attitudini offensive, piuttosto che un difensore. Ma per il resto la situazione sembra ormai non essere più sotto controllo. È chiaro ora più che mai che il cemento della difesa dell’anno scorso, l’elemento che teneva tutto unito come il mastice e che faceva della retroguardia un sol uomo e un blocco quasi invincibile era Kim. Partito il coreano è franato tutto il castello. Rrahmani è irriconoscibile. Lento, farraginoso, impaurito, sembra aver perso perfino quell’imperioso stacco di testa che era una delle caratteristiche principali del suo repertorio. Natan è giovane e inesperto e fa quel che può, sia che venga impegnato come centrale, sia che giochi sul lato esterno del campo come è avvenuto nel match contro l’Inter. Ostigard lavora molto bene in fase aerea, ma quando il pallone viaggia a pelo d’erba ha dei limiti che deve ancora superare. Juan Jesus infine ha esperienza da vendere ma il senso della posizione e la velocità non sono il suo forte. Se a tutto questo si aggiunge l’insicurezza che da un po’ di tempo Meret dà a tutto il reparto si ha il quadro completo, chiaro e sconfortante della situazione. Ciò che fa più rabbia, ripensando alla partita con i nerazzurri, è che il Napoli nonostante le evidentissime pecche difensive non avrebbe meritato di perdere. La squadra ha sicuramente ritrovato la grinta e sta migliorando costantemente, dopo l’avvento di Walter Mazzarri, anche sul piano atletico (ormai la squadra è in grado di correre fin quasi al novantesimo, cosa del tutto inimmaginabile con Garcia in panchina). Certo Osimhen non ha ancora ritrovato il miglior stato di forma dopo la lunga sosta forzata e anche Kvara ha un andamento troppo altalenante. Ma la grinta, la generosità, la forza d’animo dimostrate dalla squadra compensano abbondantemente tali deficit che comunque sono destinati a ridursi fino a scomparire con il passar del tempo. Ciò che resta è la fragilità della difesa e non è cosa da poco perché nel calcio le partite si vincono quasi sempre se non si subiscono gol e il Napoli attuale in questo senso non dà alcuna garanzia. Ecco perché urge un intervento sul mercato. De Laurentiis sa bene che con questo organico il quarto posto e dunque la qualificazione alla Champions League del prossimo anno non sarà facile da agganciare. Il danno economico sarebbe tale da mettere a repentaglio il futuro stesso della Società. E dunque non c’è tempo da perdere. Bisogna intervenire ora che si è ancora in tempo.

 

 

Mario Zaccaria

 

Napoli Magazine 

 

Riproduzione del testo consentita previa citazione della fonte: www.napolimagazine.com

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NAPOLI - I nodi prima o poi vengono al pettine. È stato bello e piacevole risparmiare sul mercato estivo pensando che le uscite di Kim e di Lozano potessero essere compensate dagli ingaggi di Natan e Lindstrom, con un conseguente notevole risparmio per le casse della Società, ma ora ci si accorge che la frittata è fatta e che il campionato del Napoli potrà essere raddrizzato (e solo fino a un certo punto) probabilmente soltanto se si riuscirà a trovare qualche buona occasione sul mercato di riparazione, cosa notoriamente non facile perché chi ha in casa sua giocatori buoni in linea di massima se li tiene e a gennaio non li dà a nessuno. Guardiamo alla partita con l’Inter. Fermi restando gli errori clamorosi e inspiegabili dell’arbitro Massa e del Var che non è andato in suo soccorso per segnalare il fallo di Lautaro su Lobotka prima del gol di Calhanoglu e successivamente il nettissimo rigore per il Napoli per il fallo di Acerbi su Osimhen, rimane l’ennesima prestazione infelice della difesa azzurra a scusante della quale non può neppure essere addotta la mancanza di un titolare sulla fascia sinistra a causa degli infortuni che hanno bloccato Mario Rui e Olivera. La verità è che la retroguardia è diventata una specie di colabrodo. L’unico che si salva (e neanche sempre) è Di Lorenzo il quale per la verità si deve ormai considerare più un centrocampista aggiunto, peraltro con spiccate attitudini offensive, piuttosto che un difensore. Ma per il resto la situazione sembra ormai non essere più sotto controllo. È chiaro ora più che mai che il cemento della difesa dell’anno scorso, l’elemento che teneva tutto unito come il mastice e che faceva della retroguardia un sol uomo e un blocco quasi invincibile era Kim. Partito il coreano è franato tutto il castello. Rrahmani è irriconoscibile. Lento, farraginoso, impaurito, sembra aver perso perfino quell’imperioso stacco di testa che era una delle caratteristiche principali del suo repertorio. Natan è giovane e inesperto e fa quel che può, sia che venga impegnato come centrale, sia che giochi sul lato esterno del campo come è avvenuto nel match contro l’Inter. Ostigard lavora molto bene in fase aerea, ma quando il pallone viaggia a pelo d’erba ha dei limiti che deve ancora superare. Juan Jesus infine ha esperienza da vendere ma il senso della posizione e la velocità non sono il suo forte. Se a tutto questo si aggiunge l’insicurezza che da un po’ di tempo Meret dà a tutto il reparto si ha il quadro completo, chiaro e sconfortante della situazione. Ciò che fa più rabbia, ripensando alla partita con i nerazzurri, è che il Napoli nonostante le evidentissime pecche difensive non avrebbe meritato di perdere. La squadra ha sicuramente ritrovato la grinta e sta migliorando costantemente, dopo l’avvento di Walter Mazzarri, anche sul piano atletico (ormai la squadra è in grado di correre fin quasi al novantesimo, cosa del tutto inimmaginabile con Garcia in panchina). Certo Osimhen non ha ancora ritrovato il miglior stato di forma dopo la lunga sosta forzata e anche Kvara ha un andamento troppo altalenante. Ma la grinta, la generosità, la forza d’animo dimostrate dalla squadra compensano abbondantemente tali deficit che comunque sono destinati a ridursi fino a scomparire con il passar del tempo. Ciò che resta è la fragilità della difesa e non è cosa da poco perché nel calcio le partite si vincono quasi sempre se non si subiscono gol e il Napoli attuale in questo senso non dà alcuna garanzia. Ecco perché urge un intervento sul mercato. De Laurentiis sa bene che con questo organico il quarto posto e dunque la qualificazione alla Champions League del prossimo anno non sarà facile da agganciare. Il danno economico sarebbe tale da mettere a repentaglio il futuro stesso della Società. E dunque non c’è tempo da perdere. Bisogna intervenire ora che si è ancora in tempo.

 

 

Mario Zaccaria

 

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