L'Editoriale
MEDIASET - Antonio Petrazzuolo: "Lorenzo Insigne e Carlo Ancelotti sereni: non c'è alcun caso"
18.10.2019 20:00 di Napoli Magazine

NAPOLI - “L’amore non è bello se non è litigarello”, cantava Jimmy Fontana qualche anno fa. D’altronde nella coppia, come in qualsiasi relazione umana, i conflitti sono naturali e funzionali, dato che aiutano a sviluppare una maggiore intimità perché permettono di conoscere meglio se stessi e l’altro, con i rispettivi bisogni, al fine di poter crescere insieme. Lorenzo Insigne, in una recente intervista, a proposito del rapporto con Carlo Ancelotti, è stato chiaro: “Sono soltanto chiacchiere, il mister mi ha sempre detto che sono importante, poi incomprensioni possono esserci ma nel calcio è così ovunque. A Napoli se faccio qualcosa io si ingrandisce tutto, allora cerco di stare sereno e di non pensarci molto. Io scherzo con Ancelotti e viceversa, ci sentiamo tramite messaggi, tra noi non è successo nulla in particolare. Qui in Nazionale chi lo conosce mi dice 'ma come fai a litigare con Carlo?' e io rispondo: non è che litigo, ci sono incomprensioni che vanno così, poi se sbaglio qualche partita ci sta qualche diverbio ma non è successo nulla, si va avanti e speriamo di vincere qualcosa insieme”. Parole abbastanza chiare che spazzano via dubbi ed incertezze sui rumors che vedevano in poca sintonia Insigne ed Ancelotti. Pensieri che, tutto sommato, dopo la tribuna di Genk, si erano fatti strada nelle teste di molti. Ma nel calcio, come nella vita, basta spesso essere chiari. E’ ovvio che ciò che accade nello spogliatoio è sacro e resta lì, ma alimentare il mito di un cattivo rapporto tra i due, che anche mercoledì scorso sono stati a colloquio insieme all'agente Raiola ed a Giuntoli in un clima super disteso, non è corretto. Semplicemente ognuno espone il proprio punto di vista, ma sempre nel pieno rispetto reciproco e per il bene della squadra. Che Insigne preferisca giocare a sinistra in un 4-3-3 ormai lo sanno anche i muri, magari senza compiti difensivi. E’ così che rende meglio, com’è accaduto in passato con Sarri e con la maglia della Nazionale, ciò non toglie che ci sono anche gli equilibri di squadra che vanno salvaguardati. Pensieri che si rincorrono nella testa dell’allenatore, che sa di avere a disposizione un elemento fondamentale per la sua squadra. Caso chiuso, dunque, se di “caso” si può parlare.

 

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di Napoli Magazine

18/10/2024 - 20:00

NAPOLI - “L’amore non è bello se non è litigarello”, cantava Jimmy Fontana qualche anno fa. D’altronde nella coppia, come in qualsiasi relazione umana, i conflitti sono naturali e funzionali, dato che aiutano a sviluppare una maggiore intimità perché permettono di conoscere meglio se stessi e l’altro, con i rispettivi bisogni, al fine di poter crescere insieme. Lorenzo Insigne, in una recente intervista, a proposito del rapporto con Carlo Ancelotti, è stato chiaro: “Sono soltanto chiacchiere, il mister mi ha sempre detto che sono importante, poi incomprensioni possono esserci ma nel calcio è così ovunque. A Napoli se faccio qualcosa io si ingrandisce tutto, allora cerco di stare sereno e di non pensarci molto. Io scherzo con Ancelotti e viceversa, ci sentiamo tramite messaggi, tra noi non è successo nulla in particolare. Qui in Nazionale chi lo conosce mi dice 'ma come fai a litigare con Carlo?' e io rispondo: non è che litigo, ci sono incomprensioni che vanno così, poi se sbaglio qualche partita ci sta qualche diverbio ma non è successo nulla, si va avanti e speriamo di vincere qualcosa insieme”. Parole abbastanza chiare che spazzano via dubbi ed incertezze sui rumors che vedevano in poca sintonia Insigne ed Ancelotti. Pensieri che, tutto sommato, dopo la tribuna di Genk, si erano fatti strada nelle teste di molti. Ma nel calcio, come nella vita, basta spesso essere chiari. E’ ovvio che ciò che accade nello spogliatoio è sacro e resta lì, ma alimentare il mito di un cattivo rapporto tra i due, che anche mercoledì scorso sono stati a colloquio insieme all'agente Raiola ed a Giuntoli in un clima super disteso, non è corretto. Semplicemente ognuno espone il proprio punto di vista, ma sempre nel pieno rispetto reciproco e per il bene della squadra. Che Insigne preferisca giocare a sinistra in un 4-3-3 ormai lo sanno anche i muri, magari senza compiti difensivi. E’ così che rende meglio, com’è accaduto in passato con Sarri e con la maglia della Nazionale, ciò non toglie che ci sono anche gli equilibri di squadra che vanno salvaguardati. Pensieri che si rincorrono nella testa dell’allenatore, che sa di avere a disposizione un elemento fondamentale per la sua squadra. Caso chiuso, dunque, se di “caso” si può parlare.

 

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