Cultura & Gossip
SPETTACOLI - "Il dito" dal 20 febbraio al Ridotto del Mercadante
13.02.2020 12:45 di Napoli Magazine

Chiara Baffi e Alessandra Pacifico Griffini

 

sono le protagoniste dello spettacolo IL DITO

 

testo della drammaturga kosovara Doruntina Basha

 

messo in scena da Carlo Sciaccaluga

 

in prima nazionale al Ridotto del Mercadante

 

dal 20 febbraio al 1 marzo 2020

 

Il dito si è aggiudicato il Premio della Fondazione Heartefact

 

quale Miglior testo drammatico di impegno dell'area ex jugoslava

 

promosso in collaborazione con il Centro Qendra Multimedia di Prishtina

 

Va in scena in prima nazionale al Ridotto del Mercadante – giovedì 20 febbraio con repliche fino a domenica 1 marzo – Il dito, testo di Doruntina Basha nella traduzione italiana di Elisa Copetti e la regia di Carlo Sciaccaluga, che firma anche i costumi. Ne sono interpreti, rispettivamente nei ruoli della madre e della moglie, le attrici Chiara Baffi (Zoja) e Alessandra Pacifico Griffini (Shkurta).

 

Le scene dello spettacolo sono di Vincenzo Leone, le musiche di Andrea Nicolini. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale.

 

Il dramma prende forma nel 2011 a partire da un lungo progetto di ricerca sulle storie delle famiglie che durante la guerra in Kosovo del 1998-1999 hanno avuto un famigliare scomparso. La ricerca parte dal fatto che la maggior parte delle famiglie albanesi kosovare ha una persona cara scomparsa, uomini soprattutto, prelevati dalle loro case e condotti in luoghi sconosciuti da militari e paramilitari.

 

A partire dalle storie delle famiglie intervistate, l’autrice, la 39enne Doruntina Basha, si confronta con il tema delle sparizioni forzate, e raccoglie un altro materiale prezioso: storie di donne che raccontano la propria vita nella famiglia contemporanea. Ne ricava un’indagine sulla condizione femminile in una società profondamente ancorata alla tradizione che usa le sue norme come strumenti per elaborare le sparizioni.

 

Basha costruisce così un testo stratificato nel quale due sono le protagoniste: Shkurta, la nuora, e Zoja, la suocera. Le due donne convivono, sole, in attesa che il marito dell’una, e figlio dell’altra, ritorni a casa. Cucinano il suo piatto preferito, ciascuna convinta di essere l’unica a conoscerlo veramente. Shkurta è irrequieta, mal sopporta la suocera e i suoi maltrattamenti; Zoja porta il fardello di questa nuora indesiderata da custodire fino al ritorno del figlio scomparso dieci anni prima, in una sera come quella.

 

«Raccontandosi i mondi ideali in cui vorrebbero vivere – sottolinea Carlo Sciaccaluga – Zoja e Shkurta evocano, creano realtà in cui il dolore non esiste. Ma il dolore è necessario, la barbarie dell’uomo va guardata in faccia, non va cercata una spiegazione in fatti che una spiegazione non possono trovare. La vita è separazione, assenza di senso, si può solo essere ciò in cui si crede, come scriveva Cechov, ma mentre la vecchiaia dilaniata non può accettare la mancanza di una ragione, la gioventù ferita ha il diritto di vivere, di rinegoziare il futuro».

 

Info e orari su www. teatrostabilenapoli.it

 

Biglietteria: tel. 081.5513396 | biglietteria@ teatrostabikenapoli.it

ULTIMISSIME CULTURA & GOSSIP
TUTTE LE ULTIMISSIME
NOTIZIE SUCCESSIVE >>>
SPETTACOLI - "Il dito" dal 20 febbraio al Ridotto del Mercadante

di Napoli Magazine

13/02/2024 - 12:45

Chiara Baffi e Alessandra Pacifico Griffini

 

sono le protagoniste dello spettacolo IL DITO

 

testo della drammaturga kosovara Doruntina Basha

 

messo in scena da Carlo Sciaccaluga

 

in prima nazionale al Ridotto del Mercadante

 

dal 20 febbraio al 1 marzo 2020

 

Il dito si è aggiudicato il Premio della Fondazione Heartefact

 

quale Miglior testo drammatico di impegno dell'area ex jugoslava

 

promosso in collaborazione con il Centro Qendra Multimedia di Prishtina

 

Va in scena in prima nazionale al Ridotto del Mercadante – giovedì 20 febbraio con repliche fino a domenica 1 marzo – Il dito, testo di Doruntina Basha nella traduzione italiana di Elisa Copetti e la regia di Carlo Sciaccaluga, che firma anche i costumi. Ne sono interpreti, rispettivamente nei ruoli della madre e della moglie, le attrici Chiara Baffi (Zoja) e Alessandra Pacifico Griffini (Shkurta).

 

Le scene dello spettacolo sono di Vincenzo Leone, le musiche di Andrea Nicolini. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale.

 

Il dramma prende forma nel 2011 a partire da un lungo progetto di ricerca sulle storie delle famiglie che durante la guerra in Kosovo del 1998-1999 hanno avuto un famigliare scomparso. La ricerca parte dal fatto che la maggior parte delle famiglie albanesi kosovare ha una persona cara scomparsa, uomini soprattutto, prelevati dalle loro case e condotti in luoghi sconosciuti da militari e paramilitari.

 

A partire dalle storie delle famiglie intervistate, l’autrice, la 39enne Doruntina Basha, si confronta con il tema delle sparizioni forzate, e raccoglie un altro materiale prezioso: storie di donne che raccontano la propria vita nella famiglia contemporanea. Ne ricava un’indagine sulla condizione femminile in una società profondamente ancorata alla tradizione che usa le sue norme come strumenti per elaborare le sparizioni.

 

Basha costruisce così un testo stratificato nel quale due sono le protagoniste: Shkurta, la nuora, e Zoja, la suocera. Le due donne convivono, sole, in attesa che il marito dell’una, e figlio dell’altra, ritorni a casa. Cucinano il suo piatto preferito, ciascuna convinta di essere l’unica a conoscerlo veramente. Shkurta è irrequieta, mal sopporta la suocera e i suoi maltrattamenti; Zoja porta il fardello di questa nuora indesiderata da custodire fino al ritorno del figlio scomparso dieci anni prima, in una sera come quella.

 

«Raccontandosi i mondi ideali in cui vorrebbero vivere – sottolinea Carlo Sciaccaluga – Zoja e Shkurta evocano, creano realtà in cui il dolore non esiste. Ma il dolore è necessario, la barbarie dell’uomo va guardata in faccia, non va cercata una spiegazione in fatti che una spiegazione non possono trovare. La vita è separazione, assenza di senso, si può solo essere ciò in cui si crede, come scriveva Cechov, ma mentre la vecchiaia dilaniata non può accettare la mancanza di una ragione, la gioventù ferita ha il diritto di vivere, di rinegoziare il futuro».

 

Info e orari su www. teatrostabilenapoli.it

 

Biglietteria: tel. 081.5513396 | biglietteria@ teatrostabikenapoli.it